Disfunzioni temporo-mandibolari
Che cosa sono i disturbi temporo-mandibolari?
I disordini temporomandibolari sono patologie che colpiscono l’articolazione temporomandibolare ed i muscoli masticatori. Costituiscono la principale causa di dolore al volto di natura non-odontogena, cioè non causato da qualche problema dei denti. Statisticamente questi disturbi colpiscono più frequentemente le donne tra i 40 e 50 anni.
I pazienti con disordini temporomandibolari lamentano almeno uno tra i tre seguenti segni e sintomi principali:
- rumori all’articolazione temporo-mandibolare (click articolari)
- dolore ai muscoli della faccia e nella zona al davanti o vicino all’orecchio
- difficoltà ad aprire correttamente la bocca senza sforzo o senza dolore
- cefalea o nevralgie
Nei pazienti con disordini temporomandibolari, la presenza di dolore è l’elemento principale che deve far pensare alla necessità di intraprendere un trattamento.
Quali sono le cause delle disfunzioni temporomandibolari?
L’origine dei disturbi temporo-mandibolari è da ricercare nella combinazione tra problemi anatomici articolari, contratture e tensioni muscolari, bruxismo e serramento dei denti, problemi psicologici.
Quali sono le possibili terapie?
Il trattamento dei disordini temporomandibolari si avvale di diverse strategie:
- placche occlusali di svincolo per alleviare i carichi muscolari ed articolari
- gestione della tensione emotiva che porta al sovraccarico dei muscoli masticatori
- esercizi di fisioterapia aspecifica per mobilizzazione mandibolare
- terapia farmacologica sistemica (antiinfiammatori e miorilassanti)
Come avviene la diagnosi?
La diagnosi della patologia avviene attraverso l’esame obiettivo durante la quale si controlla la presenza di schiocchi delle articolazioni o dolore muscolare posizionando le dita sul viso del paziente mentre apre e chiude la bocca. Questa valutazione permette anche di verificare la presenza di un’apertura anomala o una dislocazione della mascella.
La visita viene completata con esami strumentali quali ecografie, tac e risonanza magnetica per confermare la problematica.